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Discarica ceneri dell'Inceneritore

Scritto da La Nuova Stagione on . Postato in Ultime

 
la Provincia Pavese - 24 luglio 2007
Clir-Asm, dalla fusione alla collaborazione
MORTARA. Tramontata l’ipotesi di una fusione fra Clir spa e Asm-Isa Vigevano spa, i Comuni giocano la carta della “collaborazione amichevole”. In vista dell’assemblea della società dei rifiuti, in agenda stasera a palazzo Cambieri, si susseguono le trattative per cercare di arrivare alla nascita di un nuovo rapporto operativo fra Vigevano, che controlla Asm-Isa, e gli altri Comuni soci del Clir spa. Ancora oggi pomeriggio, alle 18, Asm-Isa convocherà a Vigevano i Comuni lomellini di cui segue il ciclo idrico integrato, che sono contemporaneamente soci Clir, per spiegare la sua posizione. «Noi siamo pronti a compiere uno sforzo per trovare una soluzione, ma è sia necessario pianificare bene il Piano industriale di ciò che nascerà - dice Ferdinando Merlo, vice sindaco di Vigevano -. Se qualcuno ritiene che l’ipotesi della fusione e anche della holding sia sorpassata, siamo disponibili al confronto, ma non vogliamo una riedizione del Clir attuale». Gli altri Comuni credono che un patto collaborativo sia la forma più efficace di sinergia. «Le due società potrebbero fornire gli stessi servizi dividendo le spese:», spiegano i sindaci Giorgio Guardamagna (Mede) e Giusto Fuga (Cilavegna). «Noi non vogliamo che il mondo dei rifiuti si trasformi in un affare - spiega il sindaco di Robbio, Mario Arcelloni -. Respingiamo il principio del rischio di impresa, considerato che Asm-Isa possiede il 20% di Lomellina Energia e che ha prospettato la nascita di una discarica per le ceneri del termodistruttore a Galliavola». Sull’argomento interviene Pierangelo Fazzini, vicesindaco di Sannazzaro e responsabile lomellino della Margherita: «C’è uno scontro tra Vigevano e molti Comuni lomellini. Nella sostanza, la vicenda ha radici lontane poiché Vigevano, entrata nel capitale del termovalorizzatore di Parona indebitandosi per 10 milioni di euro, chiede ora al Clir di fondersi in un’unica società. Ci pare improponibile: è un affare troppo esposto sul fronte economico». Comunque, «sono tra gli amministratori che stanno operando perché non si arrivi a rotture insanabili». (u.d.a e p.c.)