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Articoli del 2010

Scritto da Renato Soffritti on . Postato in Ultime

la Provincia Pavese - 21 ottobre 2010

Salute a rischio, le fonti di smog tra le concause determinanti


VIGEVANO. «I rischi per la salute - dice Marco Lorena, medico internista dell’ospedale Asilo Vittoria di Pavia - sono in parte legati al degrado ambientale e ai modelli di vita. E l’aumento delle sorgenti inquinanti rappresenta un vero e proprio problema». Una tesi, quella di Lorena, che è sostenuta anche da altri duecento medici della provincia di Pavia, firmatari della lettera contro l’aumento delle sorgenti inquinanti in Lomellina. «La Lomellina è sicuramente un territorio a rischio, per tutte le sorgenti inquinanti che stanno nascendo, anche se nella ricerca fornita dalla Asl di Pavia vengono esaminati dati non direttamente collegabili con l’aumento dell’inquinamento, ma legati ad una serie di concause tra cui anche quello». Lorena sarà uno dei relatori dell’incontro del prossimo 5 novembre a Mortara, all’istituto Regina Pacis, organizzato da Futuro sostenibile e dedicato al tema «Inceneritori, centrali.. e la salute va in fumo». (Ilaria Cavalletto)


la Provincia Pavese - 21 ottobre 2010

Mortalità oltre la media italiana


VIGEVANO. Tumori e malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in provincia di Pavia, dove la popolazione è anziana. «Incidono però anche anche fattori esterni, come la qualità dell’aria. La mortalità della Provincia di Pavia - dice Angelo Grungo di Vigevano sostenibile - ha livelli superiori alla media regionale del 10%. I dati sono dell’Asl di Pavia. I tumori sono la prima causa di morte negli uomini, il 39%. Frequenti i tumori all’apparato respiratorio: si pensi solo che il tasso di mortalità evitabile nella Provincia è di 67,8 ogni 10mila persone, contro le 57 lombarde e le 50 italiane negli uomini, e, sempre negli uomini, quello di malattie cardiovascolari è di 58,2, contro le 49 lombarde e le 48,5 del tasso medio italiano».Ilaria Cavalletto

 

la Provincia Pavese - 21 ottobre 2010

«Ciminiere e discariche, è troppo»

 

VIGEVANO. Con 32 stabilimenti inquinanti, 7 centrali e 6 discariche tra quelle in funzione e in progetto, il territorio Lomellino è particolarmente sfruttato. Lo denunciano gli ambientalisti dopo la lettera di allarme firmata da 200 medici. Secondo i dati dell’Asl in questo territorio, come nel resto della Provincia, la mortalità è 10 punti sopra la media regionale.

«Il territorio è già saturo di sorgenti inquinanti. Basta così, non infieriamo ancora di più». L’appello parte dalle associazioni «Vigevano sostenibile» e «Futuro sostenibile» con il comitato Salute e ambiente di Parona. Un appello che arriva dopo le 200 firme dei medici lomellini e della provincia di Pavia che hanno segnalato la zona tra quelle a rischio per la salute dei cittadini. «La situazione in Lomellina è drammatica - dicono i comitati-: qui ci sono 32 stabilimenti inquinanti con le loro ciminiere e impianti che provocano forte impatto, 7 centrali, in progetto o già funzionanti, e sei discariche, quasi tutte per rifiuti speciali». «Questi insediamenti, tutti, portano al risultato di far alzare il livello di inquinanti, di Pm10, ma soprattutto di polveri sottili e sottilissime, di diossina. A Parona l’anno scorso i limiti di legge sono stati superati per 90 giorni, a Vigevano 38. Fermiamoci», dice Angelo Grungo di Vigevano Sostenibile. A loro fanno eco i sindaci. «Le sorgenti inquinanti sono tante, e coinvolgono tutta la Lomellina - dice Elena Nai, sindaco di Gambolò - : manca una sinergia tra i piani di progettazione territoriali e quelli della Provincia. Sei progetti di discariche sono tanti, posso però dire che su Gambolò il progetto non esiste. La Provincia però deve intervenire per il problema della rimozione di tutti i tetti in amianto. Ma con sei discariche si fa male al territorio». Ferrera Erbognone, ad esempio, ne ha due: quella di amianto, e quella della raffineria di Sannazzaro. Poi ci sono quelle alla Sforzesca a Vigevano, quella di rifiuti speciali a Dorno, quella di Galliavola. Tra le centrali, le associazioni hanno individuato quelle di Olevano, che ne ha due: a biomassa legnosa, in costruzione, ed il progetto della centrale ad olio di palma, quella di Confienza a biomasse a legno. E tra le sorgenti più inquinanti, e potenzialmente pericolose, gli ambientalisti numerano quelle di Mortara, almeno cinque, Gambolò, Tromello, compresi gli allevamenti intensivi di suini. «Secondo me la Provincia deve intervenire coordinando le azioni comuni di tutto il territorio, di concerto con le autorizzazioni regionali che danno il via ad una serie di progetti presentati», dice Roberto Robecchi, sindaco di Mortara. Gli ambientalisti chiedono più controlli da parte della parte pubblica, soprattutto che il monitoraggio delle sostanze rilasciate”non si limiti alla sola Parona, ma a tutti gli impianti Ipcc, che sono soggetti ad autorizzazione integrata ambientale: a Parona ce ne sono quattro, a Mortara cinque, a Vigevano due. E basta discariche». «Sono contro alla discarica se questa contiene inquinanti, non se contiene inerti - dice Giovanni Fassina, sindaco di Ferrera - la discarica di cemento-amianto, come la nostra, ha un solo aspetto pericoloso: quello della gestione, ed è per questo che è importante che venga controllata dalla parte pubblica». «Tutto quello che si è fatto è stato fatto in base ai piani - dichiara invece l’assessore provinciale al controllo ambientale Ruggero Invernizzi -. Gli ambientalisti dicono, secondo loro, che di discariche ce ne sono troppe, io dico di no. La nostra provincia è come tutte le altre province». - Ilaria Cavalletto

 

 

la Provincia Pavese — 21 ottobre 2010

Parona, il Comune dice no alla centrale a turbogas

PARONA. «La centrale a turbogas non si farà. E il Comune di Parona è stato chiaro in questo senso». Parola di Mauro Sommi, assessore alla sicurezza e al territorio. Che risponde ancora una volta alle accuse e ai timori dei comitati cittadini e ambientalisti che sono sorti contro la sua proposta di costruzione. O meglio risorti, dopo il parere favorevole del Ministero dell’ambiente che è arrivata come una secchiata d’acqua gelida, dopo i “no” di Regione e Ministero dello sviluppo economico. Il nervo scoperto è una delibera, secondo gli ambientalisti non revocata, di inizio 2003 e dell’allora consiglio comunale con Silvano Colli come sindaco, dove venivano definite le linee di indirizzo per l’insediamento di un impianto a turbogas a ciclo combinato sul territorio. Un territorio individuato in via del Mulino, su un’area di 200mila metri quadri, di proprietà dell’azienda agricola “San Giuseppe” di Vigevano e un progetto portato avanti dalla “Union power”. «C’è una serie di delibere successive in cui veniva stabilito che il Comune di Parona non è l’area idonea a fare questa centrale da 400 megawatt. Pensare che gli enti locali siano favorevoli è una bestialità - dice -. Il Comune, maggioranza e opposizione, ha deliberato la sua contrarietà alla costruzione della centrale, e sono contrari alla costruzione anche la Regione e il Ministero dello sviluppo economico». «Ma non c’è ufficialità, non c’è ancora la certezza e noi non vogliamo si corra il rischio di guardare le cose procedere - dicono dal comitato “Salute ed ambiente” di Parona - e che poi non si faccia più niente per opporsi. Quella delibera va revocata». «Abbiamo anche mandato una lettera per sicurezza al Ministero dello sviluppo per avere la certezza che tutto l’incartamento venga archiviato, in merito anche a un’autorizzazione di un altro ministero arrivata dopo tre anni. Il Comune impedirà la costruzione della centrale, così come è d’accordo con tutti gli altri enti locali coinvolti». (ila.cav.)



La Lomellina il settimanale della gente - Mercoledì 20 Ottobre 2010

Ricorso al Tar contro la centrale

Centrale a turbogas, cosa succede? Anche il progetto della centrale da 400 megawatt e la recente presa di posizione del Ministero per l’Ambiente sono stati al centro dell’incontro di sabato, con i comitati ambientalisti ed i cittadini desiderosi di conoscere qual è la situazione reale. Il sindaco Colli ha ribadito come l’Amministrazione ha già inoltrato richiesta di chiarimenti per capire se il parere del Ministero è qualcosa che va agli atti di un procedimento già archiviato o se riapre la questione. A tal proposito, il comune di Parona ha sessanta giorni per far ricorso al Tar sull’ultimo parere emesso dal Ministero dell’Ambiente. Ricorso, che il consigliere di minoranza Luca Trovati di Parona Viva ha suggerito di perseguire in ogni caso. “Secondo il mio parere – commenta Trovati – l’azione di ricorso al Tar è una via comunque da percorrere per cancellare ogni dubbio e mettere la parola fine alla questione chiudendo anche altre eventuali passaggi futuri”


 

INFORMATORE LOMELLINO - Mercoledì 20 Ottobre 2010

Parona: sull’ambiente l’allarme dei medici nell’assemblea aperta


PARONA - Una lettera firmata da oltre 200 medici della Lomellina in cui si dimostra una seria preoccupazione per la salute dei propri concittadini, è stata presentata in consiglio comunale aperto che si è tenuto a Parona sabato scorso. A leggere la lettera Marco Lorena, portavoce dei medici, preoccupati dei danni alla salute causati dalle micidiali polveri sottili, soprattutto nei soggetti più deboli, come anziani e bambini. A Parona, centro di circa 2mila abitanti, gli sfori sulle emissioni del Pm 10 e 2,5 sono quasi una quotidianità. Per quanto riguarda un possibile potenziamento del termovalorizzatore, ventilato da più parti, il sindaco Silvano Colli e tutta l’amministrazione hanno dichiarato che faranno tutto quanto la legge permette affinché non avvenga. Diversamente la raccolta differenziata non ottiene il parere favorevole dell’amministrazione, in quanto valutata molto dispendiosa e di esito incerto. Il sindaco Silvano Colli vede il termovalorizzatore come la soluzione ottimale per lo smaltimento dei rifiuti. “Quando non c’era il termovalorizzatore - ha detto infatti il sindaco - i rifiuti venivano raccolti nelle discariche e questo comportava un maggior impatto ambientale. Così invece è la soluzione ottimale per lo smaltimento dei rifiuti”. Alla domanda specifica di Alda La Rosa del comitato Futuro Sostenibile, su quanto il comune di Parona guadagni effettivamente sui provenienti del termovalorizzatore, ha risposto l’assessore Mauro Sommi, affermando che grazie ai quei soldi “si è potuto procedere a molti interventi sul comune, aiutare famiglie in difficoltà ed assicurare uno stipendi dignitoso ai molti paronesi e non solo a loro che lavorano nelle industrie del paese”


la Provincia Pavese - 17 ottobre 2010

Sommi: «Costosa la differenziata porta a porta»


PARONA. «La differenziata porta a porta avrebbe costi che, in gran parte, dovrebbe sostenere il cittadino». Ha risposto così l’assessore Mauro Sommi alla richiesta del pubblico in aula consiliare. Ieri il sistema di raccolta e smaltimento rifiuti è stato al centro di alcuni passaggi dell’incontro dedicato all’ambiente. «Sul versante della gestione dei rifiuti, anziché proseguire le politiche virtuose di contenimento della produzione, differenziazione della raccolta, recupero e riciclaggio dei materiali previste dalla legge regionale, Pavia e la Lomellina hanno concentrato sforzi e risorse sulla pratica dell’incenerimento - ha accusato Riccardo Orlandi leggendo un passo della lettera aperta al sindaco Colli - La nostra provincia è penultima davanti a Brescia per la raccolta differenziata e comunque ben al di sotto dell’obbligo di legge. In compenso, sulla Lomellina ricade l’onere di gestire l’impatto ambientale dell’inceneritore e di affrontare il problema dello smaltimento delle tonnellate di ceneri inerti prodotte, rifiuto classificato come tossico-nocivo». L’assessore Sommi ha replicato ricordando quanto già fatto dal Comune. Dall’altro giorno mobili, divani e poltrone sono smaltiti con il servizio porta a porta. (u.d.a.)

Vedi la nostra risosta nei Comunicati stampa: La caduta degli Dei - 18 Ottobre 2010


 

la Provincia Pavese - 17 ottobre 2010

Ambiente, Parona ci ripensa


PARONA. «Una terza caldaia per l’inceneritore? Solo voci: in municipio non è arrivata nessuna richiesta». Il sindaco Silvano Colli ha dissipato i timori espressi dal Comitato per la salute e l’ambiente, e dalle associazioni Futuro sostenibile e Vigevano Sostenibile, che ieri si sono incontrati con la giunta. Nella riunione è emersa la volontà dei cittadini di dire “no” a nuove centrali. La situazione ambientale era al centro della lettera aperta di 200 medici della Lomellina e della provincia di Pavia che il paronese Marco Lorena, medico all’ospedale Asilo Vittoria di Mortara, ha consegnato a Colli. «Respirare aria con una grande quantità di polveri sottili è oltremodo nocivo», hanno scritto i medici. Il limite di Pm10 registrato a Parona è molto spesso oltre i limiti di legge. Ieri si è parlato di tutela ambientale a 360 gradi: fra il pubblico, numerosi giovani e ambientalisti. Non è mancato un fuori programma che ha suscitato più di un sorriso: Antonio Marchesoni, volto storico dell’ambientalismo locale, ha consegnato a Colli un sacchetto con un caco e alcune foglie annerite «dal forte inquinamento atmosferico». Al centro del dibattito, il termodistruttore di Lomellina Energia, autorizzato a smaltire 380mila tonnellate di rifiuto solido urbano e di «secco», cioè combustibile da rifiuto, nelle due caldaie funzionanti. «Questo impianto ha risolto l’emergenza rifiuti in Lomellina e, in più, le sue emissioni non hanno mai sforato i limiti di legge», hanno detto Colli e l’assessore Mauro Sommi. Plinio Chiesa e Alda La Rosa, per Vigevano sostenibile, hanno avanzato timori sul probabile progetto di una terza caldaia, smentito dalla giunta. Non è mancato un passaggio sulla centrale elettrica a turbogas da 400 megawatt progettata dalla Union Power e, nel 2007, bocciata dalla Lombardia e dal ministero dello Sviluppo economico. Il parere di compatibilità ambientale favorevole del ministero dell’Ambiente, giunto nei giorni scorsi in municipio, è stato interpretato dalla giunta come «una pratica parallela, ormai superata nei fatti». Luca Trovati, capogruppo della minoranza Parona viva, ha suggerito di anticipare i chiarimenti richiesti dal Comune: «Anche se mi sembra la classica situazione della mano destra che non sa che cosa fa la sinistra, rivolgiamoci subito al Tar per bloccare il parere favorevole». Infine, sulla situazione della tutela ambientale locale, i cittadini hanno convenuto: «A Parona sono da escludersi ulteriori insediamenti ad alto impatto ambientale o il potenziamento di quelli esistenti. E non vogliamo centrali elettriche». - Umberto De Agostino

 

la Provincia Pavese - 17 ottobre 2010

Gli ecologisti vogliono più informazioni


OLEVANO. Gli ambientalisti lomellini si appellano al diritto all’informazione. «Abbiamo chiesto agli organi competenti (Provincia, Asl, Arpa) i dati relativi agli inquinanti rilasciati dagli impianti che operano in Lomellina». La richiesta arriva da Alda La Rosa, presidente dell’associazione Futuro Sostenibile in Lomellina. «Il nostro sodalizio - spiega Alda La Rosa - ha inviato a fine settembre una richiesta di accesso alle informazioni in materia di ambiente come prevede la legge, relativamente ai sistemi di rilevazione delle sostanze inquinanti rilasciate dagli impianti industriali a Mortara, Parona, Confienza, Olevano e Castello d’Agogna». La richiesta è stata inviata all’Arpa e all’Asl di Pavia, a Regione e Provincia, ai comuni interessati. L’assessore provinciale all’Ambiente Ruggero Invernizzi risponde: «La trasparenza innanzitutto. Nulla osta che l’associazione e altre dispongano dei dati ufficiali raccolti. Ho dato disposizione ai miei funzionari di provvedere all’inoltro. Disponiamo di monitoraggi sull’inceneritore di Parona, dello stato dell’aria di Parona dove ci sono anche altri impianti a rischio come la Vedani, e poi quelli del termo Sit di Mortasa e dei due impianti a biomassa di Olevano. I nostri interlocutori sono i cittadini che vivono su questo territorio: hanno pieno diritto di conoscere i riscontri dell’aria che respirano quotidianamente». La presidente La Rosa aggiunge ancora: «Speriamo vengano pubblicizzati, anche on-line, le modalità di monitoraggio di Pm10, Pm2,5 e Pm 0,1. E poi degli ossidi di azoto, zolfo, carbonio, anidridi, ammoniaca, acidi cloridrico, solforico e fluoridrico, diossine, organici tossici, metalli pesanti e di qualsiasi emissione nociva». La Rosa conclude: «Le associazioni di difesa del territorio hanno diritto di conoscere questo ed altro. Vogliamo che i nostri esperti di fiducia possano prendere parte ai monitoraggi ove non fossero ancora stati attivati». (p.c.)