Soffritti Renato

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L'Albero della Vita (Racconto)

Scritto da Renato Soffritti on . Postato in Ultime

La campagna mi piace per i ricordi che mi porto dentro dall’infanzia. Per me è stato un trauma andare ad abitare a Milano a dieci anni, ero felice alla “Cascina Manera” di Grumello Cremonese (CR), mi ricordo che quando guardavo l’orizzonte, cercavo con lo sguardo quelle distese dove non si vedeva il cemento, già a quei tempi avevo la sensazione che l’uomo distruggeva l’ambiente. Ho scelto Parona per stare vicino ai miei che erano anziani e abitavano a S. Angelo Lomellina a circa 9 Km da qui. Il paese della mia infanzia e Parona potevano essere simili, invece quello che ho considerato bello nel 1988 è diventato un disastro dieci anni dopo. Sono due paesi di campagna che il destino ha voluto mettere sulla mia strada, Grumello Cremonese ha il 7,71% di territorio consumato, Parona il 22% e la maggior parte non da abitazioni ma da industrie inquinanti. Questa è una considerazione non da poco, perché il terreno consumato si differenzia da paese a paese, era impossibile prevedere un consumo con un degrado come questo.


Guardando la TV ci sembra di vivere nell’ Apocalisse, non è difficile capire che non si può andare avanti così, le devastazioni degli ultimi tempi, dovrebbero accelerare le strategie per porre dei rimedi tramite soluzioni più sostenibili, invece assistiamo a un continuo peggioramento della situazione, col paradosso che nemmeno le soluzioni convenienti economicamente sono prese in considerazione dai politici.


Ho fatto attività sportiva per dieci anni, correvo due volte il giorno; la sera al Centro sportivo 25 Aprile di Milano mi cambiavo, poi uscivo per fare diversi percorsi girando intorno all’ippodromo, o attraversando il parco di Trenno. Non notavo gli alberi e il verde con gli stessi occhi che li osservo ora. Quando ho iniziato il mio percorso di consigliere comunale, mi immaginavo di indirizzare la mia attività nel mondo del lavoro o nel sociale, invece è maturato da subito lo spirito ambientalista che mi portavo dentro probabilmente dall’infanzia.

Immagine del film "The Tree Of Life" di Terrence Malick del 2011

Ora mentre corro, sono in sintonia con quello che mi circonda, è come se tutto questo fosse vivo e pensante, mi sembra di percepire le emozioni della natura, degli animali e della fauna. Quando sul mio percorso spunta una nuova struttura in cemento, la percepisco come un fastidio per me, e una violenza per l’estetica del paesaggio. Quando sento un colpo di fucile, percepisco il lamento degli uccelli, come essere umano mi sento complice di questo scempio, rimango talmente coinvolto da percepire il lamento dei corvi come una sfida nei miei confronti.

L’esperienza più bella della sintonia con la natura, è la materializzazione del pensiero: “Nella solitudine della corsa s’intrecciano pensieri e visioni, guardo le piante e il verde che le circonda e vedo sotto di loro le ceneri del mio corpo”, da questa linfa nasce nuova vita, tutto è possibile e interpretabile in modo simile secondo fede o scienza.

Non ponete limiti alla mente, perché genera meraviglie, non indaghiamo sulla verità perché è meglio continuare a sognare. Che dire poi delle coincidenze, scegli di vedere un film senza pensarci su, lo guardi e ti mostra visioni incredibili su tutto quello che hai immaginato, metti nel traduttore in lingua inglese il titolo del film: “ The Tree Of Life” perché non sai cosa significa e scopri che vuole dire: “L’albero della vita”.