Articoli

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui  

Stampa

Articoli del 2012

Scritto da Renato Soffritti on . Postato in Ultime

la Provincia Pavese - 29 maggio 2012

Distretti, chi parte e chi resta al palo

PAVIA I distretti del commercio sono una realtà in provincia di Pavia. Con l'ultimo nato, quello di Santa Maria della Versa, sono 19 sul territorio provinciale. Dall'Oltrepo alla Lomellina, dal Pavese alla zona del sud Ticino i distretti sono equamente suddivisi sul territorio provinciale. La loro nascita è iniziata nel 2009, quando la regione Lombardia ha dato il via libera alla nascita di queste unioni capitanate dalle amministrazioni comunali e in cui si inseriscono anche le associazioni di imprenditori e di commercianti al dettaglio. Lo scopo per cui nascono è quello di cementare gli attori commercio nella zona di riferimento del distretto. I distretti in provincia di Pavia raccolgono tra da un minimo di 3 e ad un massimo di 32 membri. Va tenuto conto che il settore commerciale al dettaglio in provincia di Pavia ha una valenza superiore, sebbene di poco, rispetto al resto della Lombardia. Infatti la provincia ha una media di 10,1% di esercizi commerciali al dettaglio per mille abitanti, che è superiore alla media regionale che è del 9,07%. Anche per quanto riguarda la grande distribuzione la media pavese per 1000 abitanti è del 3,1% contro quella regionale del 2,62%. «I distretti servono per fare massa critica e per restare competitivi in un momento difficile dell'economia - spiega la. vicepresidente della Provincia Milena D'Imperio - da parte nostra c'è il supporto massimo per i distretti, se servono degli aggiustamenti li faremo. L'importante è che tra i commercianti stia passando il concetto di organizzazione ed unione». I distretti infatti potrebbero incentivare la condivisione delle infrastrutture e dei processi produttivi ed anche favorire la creazione della filiera produttiva locale. Solo il tempo dirà se questi ambiziosi obiettivi, per cui i distretti, la Provincia e la Camera di Commercio stanno lavorando, saranno centrati. Insomma i distretti pensano sia «alla gallina domani», ma soprattutto all' «uovo oggi». Infatti queste unioni servono per cercare di accedere ai contributi che la regione Lombardia eroga quasi tutti gli anni, anche se nel 2012 non è stato emesso alcun bando. Contributi che servono sia per finanziare opere pubbliche a favore del commercio, ma anche per dare denaro per la realizzazione di opere private per il miglioramento delle attività imprenditoriali e commerciali. L'ultimo bando regionale, quello del 2011 da 11 milioni di euro, ha visto la provincia di Pavia ricevere solo due finanziamenti da Milano. Mentre ben cinque sono stati respinti. Il numero di bocciature è valso anche il record negativo lombardo alla provincia di Pavia, che è quella che ha visto dirsi più "no" di tutte alle richieste di fondi per i distretti. Il Pirellone ha dato l'ok al distretto di Montebello (239.117 euro) e quello di Santa Maria della Versa, che di fatto era già esistente (243.502 euro). Bocciature invece per Lardirgago, Parona, Gropello Cairoli, Robbio e Tromello. «Nel futuro dei distretti del commercio - aggiunge la D'Imperio - ci dev'essere sempre di più la condivisione. Ottimizzando i processi produttivi si riducono i costi e si può proporre quindi un prodotto a prezzi più competitivi sul mercato: non è poco al giorno d'oggi. Inoltre va portato avanti anche il concetto di filiera produttiva». Sandro Barberis