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Articoli del 2010

Scritto da Renato Soffritti on . Postato in Ultime

la Provincia Pavese - 13 luglio 2010

Dai pioppeti ai capannoni industriali


VIGEVANO. Dagli appartamenti alla striscia di terreno: c’è di tutto nell’elenco dei beni demaniali girati dallo Stato ai Comuni per fare cassa. Molti sono poligoni perché sono beni passati dal demanio militare a quello civile. L’ex poligono di tiro di Robbio vale (per lo Stato) 7.355 euro, quello di Mede 29.322, anche se è composto da due strisce di terreno di 16mila metri quadrati che fiancheggiano la circonvallazione, una casa con terreno a Gravellona è stata valutata 90.439 euro. A Rosasco c’è un terreno con pioppeto da 16.900 euro che confina con la riserva naturale di Celpenchio. Il demanio ha anche un capannone industriale a Parona da 432.764 euro, il bene più caro dell’elenco lomellino, e due appartamenti con garage a Vigevano (243.100 euro totali). A Valle il demanio ha girato la metà di un terreno agricolo da 3.990 euro, a Zeme un immobile da 2.870 euro e a Breme un ex casello idraulico da 107.650 euro. L’ex sede del fascio di Cozzo, in via Roma, è stata valutata 39.147 euro, quasi il doppio (75.977 euro) il poligono di tiro di Mortara, all’interno delle mura dell’Asilo Vittoria. Le cifre indicate non possono essere ridotte, se mai possono crescere durante la vendita all’asta. E lo Stato, in caso di vendita da parte del Comune a privati, incassa il 25%.


la Provincia Pavese — 13 luglio 2010

Demanio, Comuni beffati


VIGEVANO. Per fare cassa si mettono in vendita anche i poligoni di tiro diroccati. Il governo ha deciso di mettere a disposizione dei Comuni alcuni beni del demanio, con l’idea di incassare il 25% sulle vendite ai privati e lasciare il resto alle amministrazioni locali. Vigevano si ritroverà con due appartamenti in via Rossini, ma non per tutti i Comuni questi beni sono un’occasione. Sono 11 i Comuni lomellini con beni inseriti nell’elenco del demanio, ma per qualcuno è una beffa. A partire dal prezzo. «Il valore dell’inventario non è trattabile, per cui lo Stato ha fissato un prezzo e almeno a quel prezzo il bene va venduto - dice Giorgio Guardamagna, sindaco di Mede - . A noi hanno girato un terreno da 16mila metri quadrati, due strisce lunghissime ai lati della circonvallazione che sono di fatto inutilizzabili». «Se il Comune vuole quel terreno deve dare allo Stato 29.322 euro, ma in questo momento non sapremmo che farcene - spiega l’assessore Guido Bertassi - . Il poligono è un rudere perché il tetto è crollato, restano i muri perimetrali, ma in quelle condizioni non puoi venderlo come fosse un terremo agricolo normale perché chi lo compra dovrà anche bonificarlo». Hanno lo stesso problema a Robbio con il poligono, fatiscente e in aperta campagna. A Valle hanno ricevuto la metà di un terreno agricolo. «Al momento quel terreno non l’abbiamo nemmeno trovato sui mappali - dice Roberto Carabelli, sindaco di Valle - . Lo Stato vuole fare cassa, ma vendere i beni del demanio che gira ai Comuni non è facile». Mortara invece ha un poligono di oltre tremila metri quadrati nell’area dell’ospedale Asilo Vittoria. «E’ dismesso da una trentina d’anni ed è in condizioni fatiscenti - dice il sindaco Roberto Robecchi - . Comunque, vista la vicinanza con l’ospedale, possiamo solo chiedere all’Ao se ne ha bisogno». Il problema è che qualcuno lo deve comprare e per lo Stato vale 76mila euro. «Ha lo stesso problema la Croce rossa di Mortara, che deve vendere i beni della Croce rossa italiana ma al prezzo deciso da Roma, che è superiore a quello offerto dal mercato - continua Robecchi - . Di certo, se non lo compra l’Ao, noi non sappiamo che farcene». Meglio va a Vigevano, che si ritrova con due appartamenti con garage nel palazzo di via Rossini 7. «Non abbiamo ancora deciso cosa farne - spiega l’assessore Luigi Sampietro - . Per altro devono ancora essere acquisiti dall’ufficio patrimonio». Parona si è ritrovato con il bene più costoso, almeno sulla carta: un capannone in strada Marziana 13 da quasi 433mila euro. «E’ abbandonato da tempo - dice il sindaco Silvano Colli - dobbiamo decidere che farne».