Comunicato Stampa Inquinamento – Arpa – Inemar – PM10 – Diossine

COMUNICATO STAMPA

Cergnago 14/12/2015

Dalle notizie pubblicate dai giornali e ascoltando le opinioni dei cittadini, intendiamo chiarire la situazione dell’inquinamento a Parona Lomellina.
 Non abbiamo strumenti per sostenere che Parona sia il paese più inquinato d’Europa, sicuramente è tra i primi posti come categoria di “Paese di campagna”, escludendo le grandi città dove il paragone è più complesso da spiegare. Ricordiamo che la stampa ha parlato solo di PM10 noi invece sosteniamo che diossine e nano-polveri emessi non solo dall’incenerimento dei rifiuti, ma anche da altri impianti industriali , che non sono misurate, inquinino e contribuiscono a danneggiare la salute dei cittadini, peggiorando anche il clima del pianeta).
Ogni anno mettiamo a confronto i rilevamenti di diverse centraline dell’ARPA, e notiamo che un paese come Parona, senza auto come le città, supera spesso i limiti di legge. Proprio perché siamo attenti osservatori, non possiamo condividere il parere che sono le stufe a legna e gli incendi delle stoppie, i responsabili dell’inquinamento del paese, ciò non toglie che il riscaldamento e il traffico veicolare siano tra le prime cause per città di dimensioni come Vigevano o Milano. Per Parona e le grandi città gli incendi delle stoppie nei campi si è notevolmente ridotto negli ultimi anni, per cui pensiamo che anche i dati statistici dell’Inemar non si rapportino realmente a quello che osserviamo. Non dimentichiamoci che l’uomo ha due sensi come gli occhi e il naso e questi sono ottimi strumenti per capire da dove arriva l’inquinamento odorigeno o visivo.  Quando i cittadini compilano i moduli segnalando situazioni anomale di disturbo, lo fanno perché vedono e sentono qualcosa e non ci risulta che i caminetti delle stufe siano mai stati citati nei moduli trasmessi al comune. Non è detto che quello che non si vede uscire dall’inceneritore,  sia meno pericoloso di quello che si vede uscire da una fonderia.  Ora mettiamo sul tavolo tutte le contraddizioni che sono emerse sull’inquinamento di Parona e pensiamo che non possono essere le stufe e le stoppie, i responsabili principali del PM10 e delle diossine a Parona.
Premessa: Sempre a Parona, è presente un valore (PM10) che accomuna tutti i paesi della Pianura Padana come media di riferimento per tutti, che sale o scende in funzione delle condizioni climatiche, ma se osserviamo i valori di Parona per quanto riguarda il PM10 è spesso superiore a paesi simili, per cui possiamo dedurre che Parona contribuisce ad alzare la media che accomuna tutta la Pianura Padana come fanno le città che inquinano di più. Se ipotizziamo una causa, pensiamo alla combinazione tra ammoniaca e polveri sottili, l’aerosol secondario é, la frazione maggiore del particolato in Lombardia e durante l’inverno contribuisce con il 33-47% alla massa del PM10 (2007) e con il 41-57 % alla massa del PM2,5 (2009). I più importanti precursori del particolato secondario in questa regione sono i composti gassosi NOx, ammoniaca, e SOx. Si stima che in alcuni contesti urbani più del 50% del particolato sia di origine secondaria. Se poi aggiungiamo che l’agricoltura ha una notevole incidenza nella formazione, come mai il primo studio di impatto ambientale che fotografava il bianco, (prima dell’insediamento dell’inceneritore e delle altre industri) non ha tenuto conto dell’incompatibilità di insediare un inceneritore con una fonderia di alluminio che usa l’ammoniaca nel processo di lavorazione. Lo studio del territorio avrebbe dovuto sconsigliare un’industrializzazione con queste caratteristiche proprio perché la zona per come è costituita, non è dispersiva ma umida, pertanto ne moltiplica gli effetti negativi, non solo a Parona ma nel contesto generale. Non conosciamo dati pubblici inerenti misurazioni di ammoniaca (NH3) pertanto non possiamo sapere, come siamo messi realmente.

Inemar: è solo uno strumento statistico e ha qualche dato secondo noi sovrastimato come le stoppie, ma globalmente riesce a dare una fotografia delle cause principale di inquinamento per paese o città, questo strumento dice che la causa di inquinamento principale a Parona è di origine industriale, le stufe a legna incidono in modo irrilevante (vedere allegati: I dati Inemar sono stati aggregati per Comune, aggregati senza dettaglio sul combustibile, aggregati per Attività).
Diossine: Per quanto riguarda Parona, se la relazione dell’Arpa fosse realistica, dovremmo avere anche in tutti gli altri paesi della Lomellina, una situazione simile alla nostra. Invece non è così, lo studio Negri commissionato dal CLIR, dava valori totalmente diversi tra i vari paesi della Lomellina. Parona è l’unico a superare i limiti delle diossine come paese rurale nel confronto con altre realtà (Robbio, Mede e Sannazzaro) le differenze delle deposizioni al suolo sono notevolmente marcate rispetto al limite di riferimento di  7 – WHO 2001.
Parona ha come:
 –I-TDCC Equivalent pg/m2/gg 8,33 (altri paesi variano da 1,5 a 2,74 di Sannazzaro)
–PCB_WHO-TCDD Equivalent 2006 pg/m2/gg 10,06 (altri paesi variano da 0,43 a 0,51)
–Benzo (a) pirene fg/m2/gg 23,24 (altri paesi variano da 0,18 a 17,29 di Sannazzaro)
–IPA-B (a) P Equivalent (EPA) fg/m2/gg 44,31 (altri paesi variano da 1,48 a 21,94 di Sannazzaro)
–IPA-B (a) P Equivalent (ISS) fg/m2/gg 44,63 (altri paesi variano da 0,95 a 27,85 di Sannazzaro)
E non da meno sono i “Microinquinanti aerodispersi”.
Parona ha come:
–Diossine -I- T TDCC Eq (Valore fg/std. m3) 63,55 (altri paesi variano da 1,70 a 4,09) ( i valori di riferimento sono da 4 a 20 per le aree rurali come quella di Parona e da 30 a 200 per le aree Urbane)
 –PCB-WHO-TCDD Eq (Valore fg/std. m3) 12,10 (altri paesi variano da 1,78 a 6,01) ( i valori di riferimento sono di 0, 7 per le aree rurali come quella di Parona e 9 per le aree Urbane)
Fonte: EPA-RAPPORTO EPA/600/BP-92001-ac
Come si può vedere solo paesi come Sannazzaro, con una realtà simile alla nostra, si avvicinano a Parona senza mai superarla. Perciò è del tutto normale aspettarci dei valori superiori a Milano.
Suggerimenti: Abbiamo un Surplus di inceneritori in Provincia di Pavia, è auspicabile una conversione della prima linea dell’inceneritore in una struttura di recupero anziché l’autorizzazione di una nuova caldaia in sostituzione della prima o un’aggiunta a quelle esistenti. L’impianto ormai è obsoleto e l’incenerimento non ha niente di conveniente sia per il clima sia per la salute, inoltre compromette il risultato della raccolta differenziata, finalizzata al recupero della materia. Per cui prima si converte e meglio è per tutti, anche per i lavoratori offrendo nuove professionalità e altri posti di lavoro.

WWF Lodigiano Pavese Fabrizio Varese
Info Renato Soffritti  Tel. 3336025582

Scarica la versione Stampabile del Comunicato Stampa (PDF 82 KB)

Scarica l’allegato Inemar e Diossine (PDF 935 KB)

Scarica l’articolo pubblicato dall’ Informatore Lomellino del 23-12-2015 (PDF 4,1 MB)

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